Prima di leggere questo articolo, facciamo una breve verifica: una sorta di “tagliando interiore”, sotto forma di checklist (quasi) seria, da consultare ogni qualvolta si attivi la fase di surriscaldamento.
1) Hai spento le notifiche o continui a lavorare dentro al rumore?
2) Casella mail a zero, ma anche le energie? È ora di un riavvio
3) Se la sedia sembra scricchiolare… forse sei tu che hai bisogno di stiracchiarti
4) Ultima pausa mentale: non te la ricordi? Allora è già ora di farla
5) Fissare lo schermo per schiarirsi le idee raramente funziona
6) Il cervello funziona a ossigeno, non a caffè
7) Cinque minuti di camminata risolvono più di un’ora di riunione
8) Multitasking: il modo più veloce per fare tre cose male in una volta sola
9) Il Silenzio non è vuoto: è parte del reset
10) Se stai leggendo questa lista durante una riunione, complimenti: hai appena trovato il minuto più produttivo di tutta la giornata
Se almeno una risposta ha suscitato una riflessione, forse vale la pena indagare più a fondo. Perché ogni giorno l’architettura progetta spazi, verifica impianti, controlla certificazioni e protocolli di sicurezza, ma è davvero in grado di “manutenere” le menti che li abitano? Il cervello, dopotutto, è una macchina di precisione. E come tutte le macchine, se non viene curata, si inceppa.

Pensiero, versione 2.0
L’ingegneria chiama manutenzione preventiva l’insieme delle azioni che servono a evitare il guasto. Tradotto nel mondo del lavoro significa imparare a leggere i segnali prima che diventino blocchi: sovraccarico informativo, calo di attenzione, riunioni senza scopo, multitasking patologico. Altis lavora anche su questo piano, quello della progettazione cognitiva, perché uno spazio funziona solo se chi lo abita è in grado di farlo bene. La manutenzione mentale è a tutti gli effetti un gesto tecnico e umano: una revisione periodica del modo in cui pensiamo, collaboriamo, agiamo.
Lubrificare i circuiti
Come l’olio nei motori, anche la mente ha bisogno di fluidità. Pause brevi e regolari, cambi di postura, luce naturale, micro-movimenti: elementi che il design può favorire e che la neuroscienza conferma come essenziali per la performance. Il pensiero non si rigenera sotto stress continuo: ha bisogno di frizione controllata e di punti di raffreddamento. Spazi silenziosi, routine di decompressione e momenti di ricalibrazione, come un semplice respiro consapevole, sono parte della manutenzione quotidiana.
Riparare senza sostituire
Nell’industria si tende a sostituire ciò che si rompe. Nelle persone, invece, è più intelligente (ed etico) riparare. La manutenzione mentale significa riconoscere gli attriti: un team che comunica male, una leadership troppo “on”, un’organizzazione che non lascia spazio al recupero, e intervenire in modo chirurgico, non punitivo. È un cambio di paradigma: dal culto della produttività alla cultura della durata.
La manutenzione mentale è un atto di cura progettuale che Altis considera parte del metodo: Consult, Design, Deliver, utile anche o soprattutto quando il cantiere è ancora nella nostra mente. Per saperne di più, scrivici a [email protected].


