“JPMS è stato prima di tutto un esercizio di convivenza fra due diverse entità”. Così esordisce Isabella Ducoli, Head of Design Altis, parlando della nuova sede romana di JPMS, gruppo internazionale del settore haircare.

Da un lato c’era un’accademia di formazione: corsi per parrucchieri, workshop, brand experience, dimostrazioni tecniche. Dall’altro, gli uffici operativi: marketing e team corporate. “Ci chiedevano un unico spazio per due funzioni che, di fatto, richiedono atmosfere e logiche cognitive diverse, all’interno dello stesso edificio”.

Le criticità: un edificio promettente, ma contraddittorio

L’immobile aveva un grande potenziale con tre accessi indipendenti, ma anche nodi progettuali importanti:

  • un solo corpo bagni, insufficiente per due funzioni autonome;
  • un’area centrale molto profonda, difficile da organizzare;
  • un nucleo, occupato da impianti e locali tecnici, pieno di elementi eterogenei e discontinuità visive;
  • due viste differenti, una ampia sulla piazza e una schermata sulla corte interna.

“Era uno spazio bello ma disordinato,” racconta Isabella. “Avevamo tanti elementi che tiravano in direzioni diverse. L’obiettivo era farli lavorare insieme.”

La strategia progettuale Altis: tre mosse che fanno sistema

La prima mossa è stata quella più strutturale poiché riguardava il cuore dell’edificio: creare un nuovo corpo bagni per garantire le due funzioni, formativa e operativa, senza interferenze.

“L’edificio era molto profondo: serviva un secondo nucleo per dare autonomia a academy e uffici. È stata una scelta tecnica, ma soprattutto organizzativa.” Con questo intervento, le due entità trovano finalmente una distribuzione coerente.

La seconda mossa riguardava l’organizzazione delle viste e la loro fruizione come vera matrice del progetto. “La vista sulla piazza era splendida: luce, profondità, orizzonte. Gli uffici dovevano stare lì. Al contrario, l’accademia non aveva bisogno di panorama essendoci i prodotti, gli schermi e l’esperienza formativa.” Per schermare la corte interna, poco valorizzante, Altis utilizza un sistema continuo di piante integrate che filtra la luce e migliora la qualità percettiva dello showroom.

Infine, il nodo più complesso era il core tecnico centrale: irregolare, visivamente caotico, interrotto da porte, impianti e segnaletiche. Isabella lo ricorda bene: “Era un punto che necessitava di ordine. Così abbiamo pensato a un elemento che non fosse solo estetico, ma efficiente.”

Nasce così la Brand Gallery, un volume unico che corre a tutta altezza lungo il perimetro del core. Una soluzione che:

  • riordina il nucleo nascondendo impianti e discontinuità;
  • funziona da storage continuo per entrambe le aree;
  • si apre nei punti strategici per diventare un vero showcase dei prodotti JPMS;
  • collega idealmente academy e uffici, diventando una spina dorsale narrativa e operativa.

“Era tutto molto frammentato. La gallery è diventata l’elemento che mette ordine e racconta il brand.”

Il risultato: un progetto che tiene insieme due mondi

JPMS oggi è uno spazio coerente, dove funzioni, percezioni e ritmi diversi dialogano senza conflitti. È un caso in cui il metodo Altis mostra come i vincoli possano diventare struttura, e come la narrativa spaziale interna possa trasformare un problema distributivo in un’identità progettuale forte.

Se vuoi conoscere l’approccio giusto per il tuo spazio, scrivici a [email protected] [email protected].