Per anni abbiamo progettato spazi a partire dall’umano, valutando posture, bisogni, emozioni. Ma oggi nei workplace è entrato un nuovo attore: l’intelligenza artificiale. Non sostituisce le persone, ma moltiplica le loro interazioni e ne altera le velocità. Non siamo più soli nella stanza. Siamo in due: una mente emotiva e una algoritmica, che lavorano secondo logiche temporali e operative molto diverse. E anche questo, certamente, ha un impatto progettuale. La domanda diventa allora: cosa succede allo spazio quando due diverse intelligenze ci convivono?

Dai laboratori del futuro alle scrivanie del presente
È il tema affrontato anche da Gensler nel suo studio sui “next labs”. Dal biotech alla robotica, i laboratori stanno diventando ibridi: processi automatizzati accanto a decisioni umane, dati in tempo reale che cambiano il workflow, ecosistemi di intelligenze diverse che condividono lo stesso ambiente operativo. Quello che accade nei laboratori oggi, accadrà negli uffici domani.
Ed è qui che il metodo Altis trova un ruolo cruciale: leggere l’intreccio tra comportamenti, processi e spazi, e tradurlo in un progetto che non favorisca la macchina né la persona, ma la relazione tra le due entità.
Progettare per una doppia intelligenza
Ecco i nuovi elementi progettuali che entrano in gioco creando ambienti in cui le due velocità possano coesistere:
- Buffer cognitivi Interfacce spaziali che regolano il flusso informativo tra umano e macchina: stanze di transizione, zone di decantazione decisionale, aree dove “rallentare” l’automazione a favore del giudizio umano.
- Soglie di attenzione Percorsi che separano momenti ad alta intensità computazionale da momenti ad alta intensità emotiva. L’AI segnala, suggerisce, prevede; l’umano integra, valuta, modula. Paths that separate moments of high computational intensity from moments of high emotional intensity. AI signals, suggests, predicts; humans integrate, evaluate and modulate.
- Ritmi asincroni Spazi progettati per lavori che non seguono più un’unica metrica temporale: il tempo biologico (pausa, postura, riposo), il tempo algoritmico (calcolo continuo). Serve un design che armonizzi i due cicli, evitando il sovraccarico.
- Interfacce umane Aree in cui la tecnologia non domina, ma dialoga: schermi che informano senza invadere, sistemi predittivi che non interrompono, ambienti dove il digitale resta leggibile e governabile. Areas where technology does not dominate but converses: screens that inform without overwhelming, predictive systems that do not interrupt, environments where the digital remains legible and governable.
Il metodo Altis come mediatore
Quando i processi diventano ibridi e le decisioni si muovono su due frequenze, serve una postura progettuale. Con il suo Metodo in tre step Consult, Design, Deliver, Altis si rivela il framework ideale per governare questa coabitazione. Un approccio che protegge l’umano, traducendo la complessità in un ecosistema coerente, leggibile, abitabile. Perché mentre il lavoro accelera sul virtuale e sulle logiche dell’AI, la dimensione collettiva tende ad assottigliarsi. Lo spazio fisico diventa allora il contrappunto necessario: il luogo che ci ricorda che, per funzionare, continuiamo ad avere bisogno gli uni degli altri.
Se questi pensieri appartengono anche al tuo workplace, scrivici a [email protected]: alcune conversazioni meritano di prendere forma.


