Se vi dicessimo che uno dei settori più statici, formali, incravattati del mondo sta ripensando i propri uffici, cosa pensereste? È difficile da immaginare, eppure è così: il mondo delle banche, degli asset manager e delle società di consulenza si sta scrollando di dosso la moquette blu e la liturgia da report trimestrale per entrare in un’era nuova. Più fluida. Più vera.
Il nuovo mantra è adattabilità. Oggi gli uffici del settore finanziario iniziano ad assomigliare a set polifunzionali: uno spazio la mattina è usato per una riunione strategica, il pomeriggio ospita un workshop interno, la sera diventa il palco per un talk pubblico o un aperitivo con uno startup partner. Il perché è semplice: non si lavora più solo per fare. Si lavora anche per connettersi. E in un’epoca in cui i talenti evaporano appena sentono aria stantia, anche Goldman Sachs capisce che lo spazio fisico è uno strumento di relazione, non solo di controllo.

Ma, nella finanza, come si riconosce un ufficio che funziona nel 2025?
- Le scrivanie fisse sono un ricordo. Un po’ come i Blackberry
- Le pareti si muovono, i layout si riconfigurano. Il mindset? Anche
- Le sale non sono più riunioni.Sono relazioni:tra colleghi, reparti, partner e talenti che non si fanno incantare da un badge dorato
- La tecnologia serve per connettere, non solo per elaborare dati
- E soprattutto: c’è luce. C’è cura. C’è identità
Dalle sedi milanesi delle big four agli headquarters parigini dei grandi gruppi bancari, la parola d’ordine sarà sempre di più trasformabilità. Lo vediamo negli hub digitali nati post-pandemia. Nei piani terra che diventano piazze aziendali. Negli spazi eventi che strizzano l’occhio tanto al branding quanto alla retention. In fondo, un ambiente che si adatta, si apre, si trasforma, è come un buon investimento: rende nel tempo. E attira chi ha capito dove stare.
Caso studio: Il nuovo HQ di JP Morgan Chase a New York
JP Morgan sta costruendo il suo nuovo headquarters al 270 di Park Avenue, New York, e lo chiariamo fin da subito: non è un ufficio, è una dichiarazione d’intenti. Un grattacielo da sessanta piani che sostituisce la vecchia sede, pensato per incarnare il futuro del lavoro in finanza. Cosa c’è di interessante?
- Spazi flessibili, modulari, adatti a eventi, collaborazione, focus
- Piani riconfigurabili. Nessuna postazione fissa. Aree comuni che favoriscono l'incontro spontaneo e la serendipity,incluse terrazze verdi, spazi wellness, auditorium interni
- Sostenibilità integrata: sarà uno degli HQ più green di Manhattan, con consumo energetico inferiore del 30% rispetto agli standard
- Design pro-trasparenza: open floor plan, niente gerarchie spaziali visibili. Il management sta dentro, non sopra
Chi pensa che il workplace sia solo per HR, non ha capito niente. Nel 2025, lo spazio fisico è branding. È leadership. E se anche chi gestisce i soldi veri ha capito che senza cultura non c’è capitale umano, il workplace torna prepotentemente al centro. Ma non come cornice. Come strumento strategico.
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